Aurelio Andreazzoli è un allenatore di 65 anni, che è da una vita nel calcio. Ha iniziato ad allenare nel lontano 1985, quando alcuni allenatori della Serie A attuale erano bambini o ragazzini. In Serie A ha fatto solo il collaboratore tecnico fino al 2013, dove si è seduto per qualche mese sulla panchina della Roma.

Ingiustamente viene ricordato per il derby della finale di Coppa Italia, perso il 26 maggio 2013. Ma Andreazzoli non è certo una frana né un tecnico che merita scherno attraverso meme e commenti. Andreazzoli è un uomo di calcio, che ha dedicato la sua vita ad allenare. Una persona che merita il massimo rispetto per la dedizione al lavoro.

Un rispetto che non ha ricevuto ieri a seguito del match contro la Juventus. Il suo Empoli ha disputato una gran bella partita in uno stadio dove quasi tutti escono sconfitti e dove negli ultimi anni hanno subito sonore sconfitte anche le migliori squadre al mondo. L’Empoli ha perso invece nel quarto d’ora finale, dopo un match più che dignitoso. Ci si aspettava che i giornalisti gli ponessero domande tattiche sul match e sull’obiettivo salvezza, un traguardo fondamentale per una piccola realtà come quella dell’Empoli.

Nulla di tutto questo è avvenuto. Si è materializzata una situazione di assoluto disprezzo nei confronti del povero Andreazzoli, il quale si è ritrovato a parlare in una sala stampa quasi deserta.

Una figuraccia inqualificabile e per nulla edificante da parte di molti esponenti della stampa, gente munita di tesserino, che dovrebbe onorare la nobile professione del giornalista. Una professione che viene svilita continuamente da questi atteggiamenti per nulla consone al decoro, alla classe e al rispetto.

Andreazzoli la ha presa con ironia, ma qualche giornale ha parlato di “simpatico siparietto”. Cosa che non ci trova per nulla d’accordo, in quanto si è configurata una vergognosa mancanza di rispetto nei confronti di una persona. La colpa ovviamente non è della società padrona di casa, ma dei giornalisti, totalmente irrispettosi. Atteggiamento che è andato contro ogni deontologia, semplicemente una vergogna. Una vergogna che, purtroppo, non sta passando inosservata all’estero. Ennesima figuraccia che mette nel ridicolo il nostro Paese.

 

Vincenzo Di Maso