Quando il Manchester United aveva scelto Ole Gunnar Solskjaer per sostituire José Mourinho sulla propria panchina, in molti pensavano a una scelta disperata e poco ponderata. Era difficile non essere scettici, anche perché nel post-Ferguson qualsiasi allenatore ha deluso le attese.

Moyes fu l’erede designato e la sua avventura fu disastrosa. Van Gaal preferì uno United vecchio e in ricostruzione al Tottenham, ma non riuscì a imprimere la propria filosofia. Mourinho ha vinto tre titoli in una stagione, ma in campionato e in Champions non ha certo fatto faville.

Proprio i problemi tra lo spogliatoio e José Mourinho hanno portato Ed Woodward a scegliere un tecnico dal cuore United. Solskjaer è stato uno dei tanti protagonisti dell’era Ferguson, regalando a Sir Alex la sua prima Champions League nel 1999. Da allenatore aveva fatto gavetta tra giovanili dello United, Molde, Cardiff e di nuovo Molde. Nessuna esperienza a grandi livelli, ma una decina d’anni da allenatore.

Tutto ad un tratto, contro tanti pronostici, Solskajer si è ritrovato catapultato ad essere l’allenatore “a interim” di una squadra di cui ha contribuito a fare la storia. Da calciatore ha vinto la Champions/Coppa campioni come, tra gli altri, George Best, Bobby Charlton, Cristiano Ronaldo, Paul Scholes, Ryan Giggs o David Beckham.

Da allenatore ha preso il timone di una squadra in crisi, la cui proprietà aveva speso centinaia di milioni, non costruendo comunque una compagine competitiva. Solskjaer ha comunque trovato elementi di assoluto valore, come Paul Pogba, Marcus Rashford o David De Gea. In campionato il destino sembrava segnato. Il quarto posto era a una distanza siderale. Dalla sua nomina come nuovo tecnico, invece Solskjaer ha recuperato 12 punti al Chelsea, 10 al Tottenham e 6 all’Arsenal.

In Champions, lo United è diventata la prima compagine della storia della competizione a qualificarsi dopo aver perso la prima partita in casa di almeno due gol. Vero che contro il PSG al Parco dei Principi, si è verificato un allineamento di astri quasi irripetibile, ma intanto lo United è passato. Non male per una squadra che, al netto della fortunosa vittoria a Torino contro la Juve, aveva ottenuto un misero punto contro il Valencia e si era fatta stradominare a Old Trafford dai bianconeri.

E Solskjaer è diventato il primo allenatore dello United nel post Ferguson a superare un turno a eliminazione diretta di Champions League.

Ma questi successi e questo cambio di mentalità non gli hanno risparmiato critiche. Uno dei suoi predecessori, Louis Van Gaal, ha dichiarato che sia con Mourinho che con il tecnico norvegese, il Manchester United “parcheggia il pullmann e riparte in contropiede”. Van Gaal ha poi aggiunto che l’unica differenza è che con Solskjaer lo United adesso vince.

Le posizioni contro il Tottenham (Mourinho vs Solskjaer)

 

Come possiamo notare, il posizionamento è abbastanza simile. A Old Trafford, il Tottenham ha tirato 6 volte segnando 3 gol, a Wembley 20 volte segnando 0 volte. Non possiamo pertanto negare che il fattore fortuna abbia avuto una sua incidenza.

Ma cosa è cambiato allora? Non va ridotto il tutto alla buona stella. Lo United passa più il pallone, i calciatori sono più coinvolti nella manovra, Pogba ha svestito i panni di solista. Questo consente dei contropiede più efficaci e rapidi, cosa che con Mourinho non avveniva, visto che troppi calciatori gigioneggiavano.

Lo United di Solksjaer arriva meglio a tirare rispetto a quello di Mourinho. Non è pertanto solo un discorso di cinismo, ma la squadra adesso converte meglio le occasioni proprio perché le crea in modo differente.

 

Vincenzo Di Maso