L’ex tecnico dell’Inter Frank De Boer è tornato a parlare della sua avventura in nerazzurro: “Volevo cambiare l’intera struttura e la cultura perché quel club non aveva vinto nulla per molto tempo. Mi sono completamente immerso in questo, volevo davvero lavorare con i giocatori “.
“Avevo a che fare con un gruppo marcio, ma non mi è stato permesso di buttare fuori alcuni giocatori. In esso avrei dovuto premere un po’ più forte l’acceleratore. Se vuoi causare un cambiamento, devi fare le cose all’inizio. Forse volevo essere troppo amico di tutti”.
La premessa è d’obbligo. Fuori da Amsterdam, De Boer non ha ottenuto risultati e non possiamo certo etichettarlo come un tecnico di spessore. Il discorso prescinde tuttavia dal livello del tecnico.
Nel post triplete si sono succeduti tantissimi allenatori e nessuno ha lasciato un buon ricordo all’Inter. Paradossalmente quello che fece meglio fu l’attuale dirigente del Milan Leonardo. C’è da dire che il brasiliano aveva a disposizione comunque tanti calciatori che avevano vinto tutto ed erano desiderosi di riscatto dopo la parentesi Benitez. Ma il fatto che tutti gli altri siano stati criticati e, secondo molti, abbiano fallito, fa sorgere tante domande.
Il discorso del gruppo marcio è evidente. E De Boer stava lavorando con i senatori del gruppo attuale. Gli 84 giorni alla guida dell’Inter misero in luce tutti i problemi del gruppo e della gestione dello stesso. Giocatori come Icardi e i croati sono elementi scomodi, poco flessibili e poco aperti. Si tratta calciatori dal litigio facile e che creano problemi allo spogliatoio. Era quindi impensabile che si mettessero a disposizione e si calassero nella parte al cospetto di un tecnico che veniva da un altro calcio e aveva una filosofia così distante.
Il punto è che il problema gruppo è presente da tempo e la stagione attuale non ha rappresentato eccezione. Il culmine è stato raggiunto con il caso Icardi. A prescindere dal lato tecnico, in estate c’è bisogno di un repulisti generale, proprio per eliminare fazioni e contasti interni. Via quindi tutte le male marce e gli elementi problematici.
Osservatore della realtà, amante dello storytelling, del calcio inglese e della tattica. DS di AC Rivoluzione