Monchi aveva lasciato il Siviglia da idolo, lascia la Roma da distruttore, secondo il parere di molti opinionisti. Strana sorte la sua, che non solo non ha replicato i successi di Siviglia, ma ha lasciato una Roma in grossa difficoltà e quasi da rifondare.

Il Siviglia ha annunciato il suo ritorno, a sorpresa, ma non troppo. La pista Arsenal si era raffreddata e si sono materializzate le circostanze per un suo ritorno in Andalusia.

La sua avventura in giallorosso è stata diametralmente opposta a quella vissuta a casa. Pochi i colpi fruttuosi, tante le operazioni negative. Tutto ciò fermo restando che le colpe vanno divise con il consulente Baldini e con l’allenatore Di Francesco. Il problema è che la Roma viene continuamente smantellata e non vengono mantenute le fondamenta. Ci si auspica che il nuovo DS applichi un modus operandi differente, puntando più sulla cementazione di un gruppo e operando al massimo una cessione onerosa a stagione.

Al Siviglia le cose per Monchi hanno funzionato perché, in primo luogo, le aspettative sono inferiori. La piazza Roma è esigente, scomoda e ambiziosa. In più, c’è il problema che nell’era Pallotta non sono arrivati ancora trofei, nonostante la decade di presidenza a stelle e strisce non sia così lontana. Tutto questo ha esacerbato il senso di rabbia e frustrazione della tifoseria, la quale si aspettava titoli e miglioramenti, visto il curriculum del DS spagnolo.

Al Siviglia c’è stato poi il fattore fortuna da non trascurare. Grandi meriti per molti acquisti, ma non ci si aspettava che alcuni potessero esplodere così. Da non dimenticare poi che la prima Europa League del nuovo corso, quella conquistata contro il Benfica, fu macchiata da un vergognoso arbitraggio favorevole, che ricorda quello di Byron Moreno in Italia-Corea. Vincere aiuta poi a vincere e ad acquisire mentalità. Alla Roma Monchi, fermo restando i suoi grossi errori, non ha certo avuto fortuna né episodi arbitrali favorevoli, soprattutto in Europa…