La Roma è un cantiere aperto un continua demolizione. Questa è l’affermazione più appropriata che possiamo dare alla squadra giallorossa.
La Spal non vinceva le due partite di campionato con la Roma dal 1965/1966. Vero che gli Estensi hanno disputato poche stagioni in serie A da quell’annata, ma il dato rende l’idea.
La direzione di Rocchi è stata senza dubbio insufficiente e va bocciata. Il rigore per la Spal era inesistente e sorprende come il VAR lo abbia accordato. Ma prima del gol del 2-1, la squadra di Ranieri non aveva certo brillato. Il 4-4-2 (o 4-2-4) di inizio gara non può non fare storcere il naso. L’approccio è stato negativo ed è arrivato il gol di Fares.
La Roma non è stata squadra, ha perso tutti i duelli, non ha reagito con la giusta grinta e non era supportata da una buona condizione fisica. Colpa di Ranieri? Difficile, quasi impossibile, dare la scossa in così poco tempo, soprattutto in presenza di gente poco ricettiva.
“Poca convinzione nei nostri mezzi? Alcuni giocatori non ce l’hanno proprio nelle loro corde, altri non hanno grande fiducia, non riescono a essere determinati…”. Parole di Ranieri che dicono tutto.
I problemi sono da ricercare a monte, con i troppi cambi da parte di Monchi e un mercato infelice. Troppe promesse non mantenute, soprattutto quando è stato detto che alcuni calciatori non sarebbero stati ceduti. In estate è pertanto fondamentale cedere chi non merita di fare parte del progetto e/o cui ha meno motivazioni. Il tutto con il buon gusto di evitare di vendere chi è invece fondamentale e particolarmente funzionale.
Osservatore della realtà, amante dello storytelling, del calcio inglese e della tattica. DS di AC Rivoluzione