Si è scritta una pagina di storia ieri sera al Parco dei Principi. Lo United ha infatti clamorosamente ribaltato lo 0-2 dell’andata, impresa mai riuscita nella storia.
Il paradosso è che i parigini hanno fatto una bella partita e la sfortuna non è stata dalla loro, ma va anche detto che gli inglesi giocavano con un numero incredibile di assenti. Mancavano Pogba, Matic, Mata, Lingard e tanti altri senza parlare dell’infortunio di Bailly che lo ha costretto ad uscire al 36’. Questo ha costretto Solskjaer a schierare tanti ragazzini in particolare sul finale.
Vittoria mourinhesca del tecnico norvegese, che ha puntato prima di tutto a mantenere la solidità difensiva, capendo quando colpire e attaccare. Nel finale ha puntato tutto sulla freschezza di Tahith Chong e Mason Greenwood. Quando è arrivato il rigore finale, a prendersi la responsabilità è stato un altro ragazzino, Marcus Rashford, il quale, nonostante gli appena 21 anni di età, è in prima squadra dal 2015. Rashford ha segnato il rigore a Buffon, uno che ha debuttato in Champions un mese prima della nascita del calciatore originario di Saint Kitts e Nevis.
Uno dei migliori in campo è stato il brasiliano Fred, additato da molti come flop, ma che è stato fondamentale in ambo le fasi.
Le assenze c’erano anche tra le fila casalinghe ma imparagonabili a quelle degli avversari.
Il PSG di certo meritava di più, forse addirittura di vincere, ma la verità è che in Champions League certi errori non te li puoi permettere e quando hai paura l’avversario ti punisce, in particolare se hai di fronte uno come Solskjaer che è tutto tranne che sfortunato.
Altra rimonta dunque subita dai parigini e questa a mio avviso fa forse più male di quella subita al Camp Nou per come è arrivata. Una squadra con giocatori del genere e con i soldi che spende non può permettersi di uscire sempre agli ottavi. Di Maria, Thiago Silva e Daniel Alves hanno grandissima esperienza. Mbappé ha vinto un mondiale da protagonista. Ma ieri non sono riusciti ad ammazzare la partita, nonostante il possesso palla. La mentalità non si compra con i petroldollari. Servirà nuovamente cambiare guida tecnica, puntando su qualcuno che di vittorie di Champions se ne intenda. E qui è più che mai attuale il discorso del campionato poco allenante.
Continua poi la maledizione di Gigi Buffon che anche quest’anno non alzerà la coppa dalle grandi orecchie e che (va a malincuore detto) si è oggi reso protagonista in negativo regalando il 2-1 allo United grazie ad una clamorosa papera. Temiamo che ieri sia calato il sipario sulla carriera di Buffon in Champions, senza che sia riuscito ad alzare la coppa. Almeno lui e noi italiani possiamo consolarci con il mondiale vinto nel 2006.
Va dato comunque il giusto merito ai Red Devils e a Ole Gunnar Solskjaer il quale ha fatto un’impresa storica e a prescindere dalla fortuna i suoi hanno lottato con una formazione super rimaneggiata trascinati da un super Lukaku e ora si giocheranno i quarti di finale con grande fiducia.
Per i parigini altra notte da incubo e altro finale di stagione con poche emozioni.
Alessio Maria Giannitti
Osservatore della realtà, amante dello storytelling, del calcio inglese e della tattica. DS di AC Rivoluzione