I 72 punti ottenuti dalla Juve di Allegri in sole 26 partite (più del City e del Liverpool in 29 partite di Premier) stanno rappresentando un record nei vari campionati. Se i bianconeri lo vorranno, davvero potranno puntare a superare i 102 punti di Conte.
Eppure c’è chi storce il naso, vedendo la squadra in difficoltà in varie occasioni. La sconfitta contro l’Atletico ha fatto uscire fuori tanti critici. Critiche che sono in parte legittime, visto che a Madrid si è sofferto tantissimo. C’è sempre il ritorno. A prescindere dal passaggio del turno (chiaramente difficile), conterà tanto la prestazione. Dopo due partite di andata molto difficili contro Bayern e Real, Allegri e la Juve hanno fatto due capolavori al ritorno. Nessuno vieta che certe performance possano ripetersi.
Quello che lascia molto perplessi è il gioco. Non ci riferiamo chiaramente all’estetica, ma è una Juve che per competere in Champions dovrebbe far vedere non solo più brio, ma anche reparti più vicini, meno disconnessione e più organizzazione in entrambe le fasi.
La partita di ieri è stata incanalata dall’errore di Malcuit, che ha portato al rosso di Meret. Poi è arrivata subito la rete di Pjanic. Eppure questa Juve ha rischiato di farsi rimontare, nonostante il doppio vantaggio e l’uomo in più a fine primo tempo. Direte voi che il Napoli è una squadra molto forte, soprattutto al San Paolo, ma è lecito criticare quando hai calciatori ancora più forti, due gol di vantaggio e un uomo in più.
Vedendo le età e i ruoli chiave questa squadra potrebbe essere a fine ciclo ma in realtà non lo è. Cristiano Ronaldo è un fuoriclasse e ha ancora delle stagioni al top. Gli altri calciatori che compongono lo zoccolo duro sono ancora nel pieno. I terzini sono di grande livello, così come Pjanic, miglior centrocampista.
Ci sono elementi che sono all’ultimo anno e altri che stanno underperformando, ma c’è sempre il mercato. Si sono dette tante inesattezze (magicamente in molti sono spuntati dopo la sconfitta contro l’Atletico) sul debito e sui costi di Cristiano Ronaldo. Un’eliminazione in Champions peserebbe, ma la differenza rispetto al passaggio turno, seppur evidente, non sarebbe drastica come la dipingono.
La Juve fattura poco più di 400 milioni di euro al netto delle plusvalenze, molto più delle altre italiane e abbastanza meno rispetto ad alcune big straniere. Autofinanziarsi è necessario, ma reperire fondi è fattibile. Oltre alle cessioni minori e ad accordi con altri club per le plusvalenze (roba che fanno praticamente tutti), ci sono tanti elementi costosi che possono essere venduti.
Per costruire il futuro servono un difensore (che prenderà l’eredità di Chiellini), un centrocampista oltre a Ramsey e un sostituto di Mandzukic o Douglas Costa. Ad esempio, anche nell’ipotesi di uscita dalla Champions, la Juve potrebbe permettersi un mercato con giocatori tipo Ruben Dias, Ndombele, Ramsey (il gallese è già ufficiale), Icardi e un esterno di valore. Via Dybala? Non lo sostituisci solo promuovendo Bernardeschi, ma ci sarebbero i soldi per la punta costosa.
La cosa certa è che Allegri è a fine ciclo e lascerà la Juve molto presto. Ma il nuovo tecnico sarà Zidane (si attende solo la certezza ufficiale) e porterà nuove motivazioni all’ambiente.
In conclusione, alcuni calciatori sono a fine ciclo, ma lo zoccolo duro resiste ancora e verranno effettuati acquisti mirati (e giovani) che faranno mantenere ai bianconeri la leadership in Italia.
Osservatore della realtà, amante dello storytelling, del calcio inglese e della tattica. DS di AC Rivoluzione