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Questa Inter è in un momento particolare. La situazione Icardi è piuttosto complessa, fermo restando che la squadra ha reagito bene all’assenza forzata dell’argentino. Dopo il match contro la Samp acciuffato con il cuore, i nerazzurri avevano trovato il doppio vantaggio a Firenze, poi c’è stata la vergognosa decisione di Abisso, con un penalty totalmente inventato.

Negli scorsi anni l’Inter è crollata nel girone di ritorno dopo gironi di andata positivi. In questa stagione ci si auspica che non sarà così. Se dopo il deludente unico punto ottenuto in tre giornate si pensava a un crollo, la reazione comunque c’è stata. Da quando è stata tolta la fascia di capitano a Icardi la squadra è migliorata a livello di coesione. Oltre a Icardi c’è stata l’assenza di Keita Baldé, il cui rientro è atteso da tempo. E poi c’è stato l’intoppo Vrsaljko, giocatore che non verrà riscattato, visto il grave infortunio, ma che comunque ha deluso le attese.

Venerdì ci sarà il match importantissimo di Cagliari, contro una squadra non tranquilla per la lotta salvezza. Spalletti sa che i favori del pronostico sono per i nerazzurri, ma prima del derby il margine di errore è nullo. E il derby sarà il crocevia della stagione.

L’altro giovedì ci sarà il match di Europa League contro l’Eintracht, avversario alla portata, ma molto ostico, anch’esso tra le favorite per la vittoria finale. Una competizione, l’Europa League, che sfianca quando una squadra va avanti.

La sfida di questa Inter è non crollare e non sciogliersi al ritorno. Il valore della rosa è migliore rispetto agli anni scorsi, la difesa è affidabile, ma la grana Icardi è il risultato di problemi extra-campo. Non è certo un segreto che il rapporto tra Icardi e qualche compagno, in particolare i croati, non sia idilliaco, per usare un eufemismo. Il punto è che in rosa vi sono altri elementi problematici, tra cui Perisic e Nainggolan. A prescindere dal valore tecnico e dal contributo che possono dare nel prosieguo della stagione, vanno prese decisioni e le mele marce vanno mandate via.

Lo spettro del passato è dato dai pochi punti totalizzati nel girone di ritorno.

Poi c’è una stagione che merita un discorso a parte, ovvero il campionato 2012/2013, quando Stramaccioni ottenne 27 punti nelle prime 11 gare. Al giro di boa l’Inter aveva 35 punti (pertanto 8 in 8 giornate), mentre in tutto il girone di ritorno ne ottenne soli 19. In pratica una media di un punto a partita dalla giornata 11, roba quasi da zona retrocessione.

Da quando il livello degli investimenti è aumentato, ovvero dal 2015/2016 la musica è stata molto simile. In quella stagione 39 punti nel girone d’andata e 28 in quello di ritorno. Nel 2016/2017 33 punti nel girone d’andata e 29 in quello di ritorno. Nel 2017/2018 i punti nel girone d’andata furono 41 mentre in quello di ritorno furono 31.

Il campionato attuale ha una proiezione quarto posto più o meno simile a quella del precedente. I 39 punti ottenuti nel girone d’andata sembravano lasciare Spalletti tranquillo, poi le prime tre gare toppate, i rientri di Roma e Milan e la vergogna Abisso hanno rimesso tutto in discussione.

Ribadiamo che da Parma in poi si è vista comunque una reazione, con un’Inter più grintosa e coesa. Il rigore inventato da abisso potrebbe da un lato instillare rabbia positiva nei calciatori, dall’alto lato innervosire il gruppo.

La sfida sarà quella di ritrovare Icardi al momento opportuno, visto che la qualificazione in Champions passa inevitabilmente dai gol dell’argentino. Il punto è che il passo deve farlo proprio Icardi. Con buona pace dei problemi fisici, che hanno ben poca credibilità…