Krzysztof Piatek era sconosciuto ai più solo sei mesi fa. Il Genoa aveva scommesso su questo attaccante 23enne proveniente dal Cracovia, con il quale aveva segnato 21 gol nell’ultima Ekstraklasa, il campionato polacco. Il ragazzo non ha avuto bisogno di adattamento in Italia, arrivando incredibilmente a segnare molto più che in Polonia.
Al Genoa sembrava Re Mida, soprattutto all’inizio, con un gol ogni pochi palloni toccati. Il Milan lo ha preso per 35 milioni, un tozzo di pane, nonostante Transfermarkt, sito attendibile secondo alcuni, ma che dà valutazioni ad minchiam, lo valuti 15 milioni). Capolavoro di Leonardo e Maldini, che hanno gestito al meglio l’addio di Higuain. Il polacco è tantissima roba. A poche settimane dall’acquisto, dopo averlo strappato al Genoa a un prezzo oggettivamente basso, il suo valore si è più che raddoppiamo e dubitiamo che la società rossonera ascolterebbe offerte anche di 100 milioni.
Di attaccanti forti e giovani in giro, che segnano con questa regolarità ce ne sono ben pochi, e Piatek è uno di questi.
Qualcuno lo avvicina a Shevchenko, altri a Pippo Inzaghi, ma lui è semplicemente Krzysztof Piatek, un bomber che ha le stesse eccellenti virtù di Cutrone, alle quali aggiunge una maggiore tecnica. Tecnica che gli permette di dialogare meglio con i compagni e controllare meglio i palloni.
Le fondamenta di una squadra dovrebbero ricoprire altre porzioni di campo, ma i pur importanti Bakayoko e Romagnoli non sono devastanti come questo ragazzo polacco, che non è considerabile un “one season wonder”. Il Milan non è una squadra che fa un gioco offensivo come quello di molti top club europei, ragion per cui Piatek non ha occasioni a go go, ma sfrutta quelle che gli capitano a tiro. E con la sua pistola non sbaglia praticamente mai la mira. Elemento a dir poco straordinario.
Osservatore della realtà, amante dello storytelling, del calcio inglese e della tattica. DS di AC Rivoluzione