Quando Diego Simeone si è insediato sulla panchina dell’Atletico Madrid, nel 2011, i Colchoneros fatturavano 100 milioni di euro.

L’incremento del fatturato ha toccato tutte le voci del bilancio, ma tutto è una conseguenza dei risultati. Questo ha portato all’ingresso di nuovi sponsor internazionali, come Coca-Cola, Caixa e Huawei. Nike è sempre rimasto come sponsor tecnico e l’Atletico percepirà 15 milioni a stagione fino al 2026. Il processo di internazionalizzazione del brand è partito grazie alla partnership con il gruppo cinese Wanda, che ha acquisito azioni per il 20%.

L’Atletico è retrocesso in Segundona 17 anni fa, con Jesus Gil y Gil, che lentamente condusse la società sull’orlo del precipizio. Il debito con il fisco spagnolo era altissimo e si rese necessaria una vendita del club.

Jesus Gil y Gil

Debito con il fisco spagnolo che toccò quota 214 milioni. Nel 2009/2010 giunse il primo trofeo europeo, l’Europa League vinta con Quique Sanchez Flores alla guida. Quell’Atletico annoverava, tra gli altri, il Kun Aguero. Nel 2011 i Colchoneros furono costretti a cedere l’argentino e altri giocatori, racimolando 80 milioni di euro, in modo da onorare gli impegni con il fisco.

A quel punto ci fu l’ingresso di Doyen che era una TPO (Third party ownership), TPO che furono poi messe fuori legge dalla FIFA. Doyen investì sul mercato aggirando il FPF. L’acquisto di Falcao per 40 milioni di euro fu pagato per la maggior parte dalla TPO che fa capo a Jorge Mendes. Una volta ceduto Falcao, i Colchoneros sono stati costretti poi a dare il 55% del prezzo di cessione a Doyen. Questo intervento di una TPO si è poi rivelato fondamentale ai fini della crescita.

A quel punto l’Atletico si è rimesso in carreggiata, grazie soprattutto ai risultati europei. Dopo la finale di Champions (2014) e l’addio alle TPO sancito dalla FIFA, Cerezo riuscì a fare entrare in società Wanda, gruppo presieduto da Wang Jianling, uno degli uomini più ricchi di Cina, con patrimonio di 38 miliardi di euro. L’ingresso ufficiale avvenne nel 2015. Wang diede vita a un progetto per potenziare il settore giovanile dell’Atletico, costruendo impianti di nuova generazione. L’investimento fu di 30 milioni di euro ed era finalizzato a portare in Spagna 90 calciatori cinesi, in modo da costruire la nazionale cinese del futuro.

Wanda aveva rapporti molto stretti con la società cinese del Guangzhou Evergrande, alla quale nel 2016 i Colchoneros cedettero Jackson Martinez (impiegato pochissimo da Simeone) per la folle cifra di 42 milioni di euro. Operazione quantomeno creativa.

A quel punto Wanda decise di investire su uno stadio più grande e redditizio. Il Vicente Calderon era sempre gremito e, pertanto, non bastava ad accogliere tutti i tifosi.

Wanda Metropolitano

Il Wanda è un impianto imponente e ultramoderno, che porta vagonate di soldi nelle casse dell’Atletico e, ovviamente, in quelle del colosso cinese. A questo punto, Wanda e Atletico cercano anche uno sponsor internazionale a cui cedere i naming rights e rientrare in parte dell’investimento.

Adesso il debito con il fisco è solo un lontanissimo ricordo, il fatturato al netto delle plusvalenze è di 304,4 milioni a fronte dei 187,1 prima dell’arrivo del gruppo Wanda. E all’arrivo in panchina di Simeone era di 100 milioni.

Cerezo è un produttore cinematografico come Aurelio De Laurentiis ed è praticamente suo coetaneo. Entrambi sono stati bravissimi a prendere e gestire nel migliore dei modi due società in crisi (il Napoli era fallito, l’Atletico era pieno di debiti). Le differenze sono state date dai risultati europei conseguiti dall’Atletico e dall’aiuto della TPO, che si è rivelato più che determinante. Quando i conti sono a posto, poi l’ingresso di un importante socio straniero diventa più semplice. Ad ogni modo, costruire uno stadio a Madrid presenta criticità ben inferiori rispetto a costruirlo in determinate realtà italiane.