Ancora una volta la Juve è chiamata alla grande impresa dopo una brutta partita di andata. Contro Bayern e Real Madrid non arrivò la qualificazione, ma i bianconeri furono esemplari nel match di ritorno. Adesso, nonostante si giocherà all’Allianz Stadium, la situazione è molto più complicata.
L’Atletico è squadra tostissima e lo ha dimostrato oggi. Gli uomini di Simeone hanno lottato su ogni pallone, aggredendo i portatori di palla avversari. Il secondo tempo è stato davvero brutto, con una Juve che ha rischiato in più di un’occasione. Il VAR aveva salvato Allegri in due occasioni (rigore tolto e fallo di Morata ravvisato), poi il gol di Gimenez è stato reputato regolare. A quel punto la partita si è ulteriormente accesa e i Colchoneros hanno trovato il secondo gol.
I gol (meritati) dell’Atletico sono stati come una doccia gelata, che rischiano fortemente di compromettere la qualificazione degli uomini di Allegri. I Colchoneros sono stati aggressivissimi, ai limiti dello scorretto, a volte oltre i limiti (dopo Vinicius, Godin ha colpito in maniera vigliacca anche CR7 quando quest’ultimo era a terra), ma questo non deve essere un alibi.
Restiamo molto perplessi dalle scelte di Allegri, in primis quella di aver rinunciato a João Cancelo, preferendogli un De Sciglio che non ha certo brillato in fase difensiva tantomeno in quella offensiva.
Pjanic è fondamentale, ma è stato giusto farlo giocare dopo la forte influenza? Perché poi non inserire Bernardeschi? Allegri si è affidato ai solisti, alcuni dei quali erano in difficoltà, non proponendo un’idea di gioco.
Critichiamo anche l’altro tecnico, Diego Simeone, ma per motivi che esulano dalla conduzione tattica (magistrale a dir poco), bensì per la volgare esultanza. Un’esultanza che, appunto, rappresenta una macchia alle scelte geniali in campo. Simeone ha tolto Diego Costa e Partey, squalificati per il ritorno, inserendo Morata e Lemar, che hanno avuto un ottimo impatto. E la conduzione della gara in sé è stata magistrale. Lo 0-0 sarebbe stato ingiusto per i Colchoneros.
Una Juve che non esce con le ossa rotte e ha speranze, ma si ritrova un avversario che in difesa non molla un centimetro e che alla grinta del Cholo Simeone aggiunge la Garra Charrua dei suoi cattivissimi (e goleador) centrali uruguaiani.
Cristiano Ronaldo ha fatto poco, ma era un match proibitivo, con una gabbia preparata da Simeone su di lui. Il calcio si gioca in 11 giocatori per squadra e, quando hai dei cani addosso pronti ad azzannarti, è difficilissimo venirne fuori.
Al ritorno sarà un’altra Juve. Allegri è chiamato a porre rimedio ai disastri del match di andata, iniziando magari dall’inserimento di Cancelo.
Osservatore della realtà, amante dello storytelling, del calcio inglese e della tattica. DS di AC Rivoluzione