Da tempo impera il falso mito secondo cui il Fair Play Finanziario sarebbe un deterrente alla crescita. La norma è stata istituita nel 2009, quindi 10 anni fa. Il punto è che nessun club che ha investito grossi capitali è stato danneggiato, mentre nessun club ha faticato a rientrare.
Partiamo con l’esempio della Juventus. I bianconeri sono risaliti dalla B dopo Calciopoli. Ai tempi dell’istituzione del Fair Play Finanziario, i bianconeri arrivavano settimi in campionato ed erano in grossa crisi. Poi gli investimenti e lo stadio hanno fatto schizzare il fatturato, che è praticamente triplicato in questo decennio. La Juve ha poi raggiunto due finali di Champions e vinto sette scudetti.
Per quanto riguarda invece Manchester City e PSG, si tratta di società che hanno effettuato grosse spese in pieno Fair Play Finanziario, quindi spendendo tantissimi soldi, grazie a sponsorizzazioni comunque legate alla proprietà. Si parla tanto di scure e giro di vite applicato dall’UEFA, ma le multine e limitazioni hanno fatto il solletico a questi club di proprietà degli sceicchi.
Il Fair Play Finanziario è il motivo addotto da qualche organo di stampa che impedirebbe il ritorno delle milanesi a stretto giro. Niente di più falso.
Suning ha ereditato un’Inter con un passivo enorme (da non confondere con l’indebitamento, spacciato per rosso da qualche economista del Sole 24 ore), ha fatto i compiti a casa e a giugno uscirà dal regime di FPF. Tra l’altro, come abbiamo riportato in molti articoli, la proprietà cinese ha stipulato importanti partnership in Cina. Partnership reali e non legate alla proprietà, che stanno facendo aumentare il fatturato, il quale presto supererà i 350 milioni di euro, al netto delle plusvalenze. Ergo, c’era un percorso da fare, il quale sarebbe stato necessario anche senza FPF. E la strada intrapresa è quella giusta. Se arriverà in Champions, l’Inter di Suning potrà comunque avere una certa libertà sul mercato.
La questione Milan è molto diversa, ma anche in questo caso, almeno fino allo step attuale, non sarebbe cambiato molto senza Fair Play Finanziario. Elliott è un fondo speculatore, che ha l’obiettivo di risanare aziende in sofferenza. Il fondo USA sta procedendo prima a mettere i conti a posto. Elliott ha trattato con l’UEFA, riuscendo a strappare un periodo “comodo” per il pareggio di bilancio. Ne abbiamo parlato nei dettagli in altri articoli.
A questo punto, con i risultati e il giusto player trading, il Milan potrà tornare al vertice. Il punto è che, anche senza Fair Play Finanziario, c’erano dei conti da rispettare. Gli stessi Moratti e Berlusconi negli anni 2000 inoltrati hanno investito meno, facendo leva sul livello altissimo raggiunto dalle squadre e sul trading. Il Milan di Ancelotti ha poi camminato da solo, con calciatori che miglioravano e pochi acquisti per puntellare. L’Inter del triplete parte dal post-Calciopoli: il mercato 2009 è stato frutto della cessione di Ibrahimovic.
Pertanto, Inter e Milan stanno seguendo dei dettami specifici, ma le proprietà avrebbero dovuto risanare i conti anche se non fosse esistito il FPF. Con la giusta gestione entrambe torneranno competitive in Italia e in Europa e non ci sarà alcun “regime oppressivo” che le fermerà”.
Osservatore della realtà, amante dello storytelling, del calcio inglese e della tattica. DS di AC Rivoluzione