Ieri è arrivato il tanto atteso parere del Politecnico di Torino circa la criticità legata alla mobilità/infrastrutture dello stadio. È un passaggio che non ha valore giuridico, perché è al di fuori dalla procedura amministrativa, ma aveva un obiettivo, quello di sgomberare il campo dai dubbi sull’effettiva professionalità degli studi di traffico presentati al servizio del progetto.

Se l’amministrazione esulta, annunciando l’inizio dei cantieri entro l’anno 2019, come accaduto l’anno scorso, la realtà che l’analisi del politecnico ha evidenziato anche il seguente passaggio nelle conclusioni “[…] affrontate con azioni integrate preliminari per lo più in ambito ferroviario o eventualmente in parte concomitanti con la realizzazione dell’opera in questione, la cui attivazione deve essere successiva alla concretizzazione di tali azioni. In questo modo l’occasione del progetto in questione fungerebbe da catalizzatore per un più generale alleviamento dei disagi causati dal traffico stradale, nell’interesse della collettività intera più che proporzionale ai benefici specifici sull’area di studio, anche quindi di chi non usufruirebbe del nuovo stadio”.

Si demanda quindi al potenziamento delle infrastrutture ferroviarie il problema del trasporto verso lo stadio, visto che l’intero quadrante stradale e autostradale, andrebbe in tilt se il 50-60% degli spettatori dovesse prendere il mezzo privato, in un area che già senza lo Stadio, si congestiona per i tanti lavoratori che utilizzano il tratto a Sud-Est della Capitale.

Per realizzare queste opere, i costi ricadranno in parte sul privato e in parte sulla Collettività, a riprova che “lo stadio fatto bene” in realtà non lo è affatto, visto che se i primi i costi ricadevano integralmente sui privati, ora dovrà necessariamente farsene carico lo Stato o/e gli enti locali, oltre al fatto che rimangono in piedi alcune criticità.

L’iter che porterà alla definitiva approvazione dello Stadio non è ancora giunto alla sua conclusione, anche se in teoria siamo arrivati alle battute finali, ma certamente è errato cantar vittoria come ieri addirittura la sindaca ha dichiarato.

Quindi, tocca aspettare, speranzosi che non ci saranno ulteriori intoppi che possano bloccare il progetto che ormai va avanti da 8 anni suonati.

Giacomo Cappellin