Intervistato da Sky dopo il 3-3 tra Juve e Parma, il tecnico Massimiliano Allegri si è lasciato andare a queste dichiarazioni: “Abbiamo accontentato tutti quelli che volevano vedere il bel gioco. Il bel gioco non paga, all’ultimo bisogna buttare la palla in tribuna”.
Contraddizione evidente in queste parole. Le squadre che puntano sul bel gioco lo esprimono in fase offensiva e in uscita. Quella di Mandzukic è una follia che nulla ha a che fare con l’estetica. Il croato è un campione vero (uno dei tanti che ha a disposizione Allegri, ricordiamolo), che si è reso protagonista di un brutto errore, situazione più unica che rara nella sua carriera alla Juve.
C’è una netta separazione tra stampa amica e nemica di Allegri. I primi lo giustificano per ogni dichiarazione e pendono dalle sue labbra, i secondi gli muovono le critiche più assurde e improbabili. Da parte nostra, ci basiamo sui fatti, elogiandolo quando è il caso e bacchettandolo quando è giusto farlo.
Perché quel riferimento al “bel gioco”? Perché Allegri ritiene il proprio gioco meno bello? Perché è stato spesso attaccato a riguardo? Perché Sacchi (uno che ha vinto tanto, piaccia o meno) gli mosse critiche sul gioco? Perché Sarri riceveva le lodi lo scorso anno, quello in cui i due hanno lottato per il titolo?
Parliamoci chiaro, Allegri negli scorsi anni non ha fatto dell’estetica il suo punto forte, eppure ha detto grandi cose in Champions, realizzando grandi imprese. Non ha giocato né stupendamente né male, raggiungendo due finali di Champions e sfiorando il passaggio del turno dopo due partite casalinghe non positive (Bayern e Real). La qualità migliore di Allegri è quella di saper leggere le partite, proponendo cambi intelligenti, fermo restando la sua capacità di motivazione nei match importanti.
Il discorso estetico subentra nella misura in cui adesso non solo ha a disposizione una corazzata (ai tanti campioni si è aggiunto Cristiano Ronaldo, pallone d’oro in carica), ma ha una tipologia di giocatori che gli permetterebbe di ottenere risultati grazie soprattutto al gioco. Per far rendere al meglio, Dybala, Cristiano Ronaldo, Mandzukic e Pjanic (i quattro di maggior qualità in fase offensiva) serve comunque una certa impalcatura di gioco. Nulla togliere a un tecnico che ha ottenuto due finali di Champions, eliminando Real e Barcellona, ma adesso serve migliorare e trovare la giusta quadra. In Champions vince quasi sempre chi ha un gioco solido, ma allo stesso tempo bello e propositivo. Il Chelsea del 2012 fece catenaccio, ma aveva giocatori che valevano la metà di quelli attualmente a disposizione di Allegri.
Tornando alla frase del “bel gioco”, se quello di Allegri fosse stato un riferimento a Sarri, c’è da dire che l’ex tecnico del Napoli non solo non aveva una squadra minimamente paragonabile alla Juve, ma ha lottato con un giusto mix di estetica e concretezza, nonché gestione delle partite. Poi il gol decisivo per lo scudetto fu segnato da un certo Higuain, altro grande campione che la Juve tolse a Sarri e diede ad Allegri e che adesso Sarri ha riavuto, in una squadra ricchissima.
Alla fine contano i giocatori, Allegri ha a disposizione il no plus ultra. In questo momento ha tutta la difesa out, quindi gli vanno perdonati i gol subiti. Il punto è che con i fuoriclasse e i campioni a sua disposizione la Champions è l’obiettivo supremo e sarebbe opportuno comunque giocare meglio. I successi passano anche dal gioco, soprattutto se hai in squadra calciatori tra i migliori al mondo…

Osservatore della realtà, amante dello storytelling, del calcio inglese e della tattica. DS di AC Rivoluzione