Dopo gli ingenti investimenti di più squadre, alcuni organi di informazione spacciavano la Serie A come un campionato tornato altamente competitivo. A bocce ferme si facevano griglie e si esaltavano tutte le big, chi più e chi meno.

Mentre le agenzie di scommesse avevano comunque recepito il livello non eccelso delle nostre big, i giornali riportavano titoloni, parlando di cinque o sei sorelle e di squadre che si erano avvicinate alla Juve.

Il fatto che il livello della Serie A fatichi ad alzarsi è dimostrato dalla proiezione per il quarto posto. Il Milan ha 35 punti, la Roma 34, l’Inter 40 ma è terza. Il Napoli, invece, è sempre là, rimane una squadra da più di 80 punti e con la possibilità di fare bene in Europa, ma non una corazzata attrezzata per vincere lo scudetto. La Lazio ha invece parecchi punti in meno rispetto alla scorsa stagione, fermo restando che adesso sarà attesa da partite sulla carta più fattibili.

Piuttosto, va dato merito alle cosiddette “medie” di reggere il confronto con le big. Sampdoria e Atalanta saranno meno attrezzate, ma rimangono nel gruppone della lotta al quarto posto. Entrambe hanno solo due punti in più rispetto allo scorso anno alla giornata 20, ma rimangono molto più vicine alle big. La quota per il quarto posto era a 42, adesso è a 35. Nel 2016/2017 (la quarta non andava in Champions) il quarto posto era a 40 punti alla giornata 20: l’Atalanta e la Fiorentina hanno più punti rispetto a quanti ne hanno adesso. Roma, Lazio e Milan avevano tutte più punti.

Saranno le piccole che sono migliorate? Visti i punteggi, questo miglioramento è minimo. Non stiamo certo agli anni ’80 o ’90 quando vincere sul campo di una piccola o medio-piccola era un grande traguardo. Quindi anche questa affermazione è errata.

Il punto è che, nonostante i soldi impegnati da molte big, i risultati sul campo non sono migliorati. Come già abbiamo scritto più volte, rimane il problema enorme delle slot da liberare per migliorare i vari reparti. Cambiare 10-15 giocatori in rosa non è possibile, poi le rivoluzioni possono essere pericolose. Il Milan aveva cambiato tutto, ma i risultati sul campo sono stati altamente negativi. Rispetto allo scorso anno c’è stato un miglioramento (35 punti a fronte dei 28 della stagione passata alla giornata 20, ma due anni fa, alla stessa giornata, i punti erano 40, nonostante una squadra tanto criticata).

Ricordiamo un terzo posto a quota 86, quarti posti sopra i 70 punti. Quest’anno la proiezione per il quarto posto è sui 67 punti. Chiaramente è molto probabile che ci sarà una squadra che disputerà un ottimo girone di ritorno e ne conquisterà almeno 70, ma rimangono punteggi bassi, a dimostrazione del fatto che i miglioramenti sono minimi.

Inter e Milan hanno avuto periodi di crisi economica, chiudendo le stagioni in Europa League o fuori dalle coppe. Sono stati anni molto bui, adesso sono tornati gli investimenti, ma i miglioramenti sono pochi. Roma e Lazio hanno avuto stagioni di livello, ma in quella attuale si ritrovano nel gruppone.

L’Inter deve sperare di non avere il solito, ennesimo, calo nel girone di ritorno. La scarsa affidabilità delle altre lasciano Spalletti con ottime possibilità di arrivare in Champions, ma i calciatori non stanno certo dando il meglio. Ed è un classico di tutti questi anni.

Insomma, una Serie A che si sta livellando sotto la Juve (e il Napoli, che già adesso non ha nulla da chiedere al campionato), ma non verso l’alto come si sperava. Rispetto a qualche anno fa ci sono più soldi da investire, ma i paletti del Fair Play Finanziario rimangono.