A Genova c’è un calciatore in ambasce: Piatek. Hanno voluto il mercato aperto fino al 31 gennaio, e non si sa bene per quale motivi. Atteso che gli affari si fanno sempre nelle ultime 72 ore, non è che sia cambiato molto. Se non il fatto che siamo di fronte a casi particolari. Non fosse in discussione la credibilità del calcio italiano, ci sarebbe anche da ridire.

Ieri Higuain ha giocato, poco e male, quella che probabilmente è stata la sua ultima partita in maglia rossonera.Ma il punto non è questo: ha giocato con la maglia del Milan, contro la squadra, la Juve, che lo sta vendendo al Chelsea. Magari se avesse segnato per punizione il feroce Agnelli lo teneva bloccato a Milanello fino a giugno.

Qualche anno fa, nell’estate del 2012, il napoletano Giulio Migiaccio batté un record difficile da ripetere. In sette giorni giocò due volte contro la sua squadra del cuore. Alla prima di campionato con la maglia del Palermo, la settimana dopo con quella della Fiorentina.

Ma c’è chi sta oggi ancora peggio: il genoano Piatek, in procinto di passare al Milan. Il problema è che lunedì pomeriggio si gioca proprio Genoa-Milan: con quale maglia la giocherà? Per adesso si sta allenando coi Grifoni, e sta preparando con Prandelli la sfida ai rossoneri. Magari domenica pomeriggio farà la rifinitura Criscito e soci, e il giorno dopo giocherà contro. Semmai potrà dare anche qualche dritta a Gattuso, lui sa come il Genoa affronterà i rossoneri.

Gravina ha cancellato le sole cose buone del Commissario Fabbricini

Il commissario Fabbricini ha fatto un lavoro disastroso in Figc. Ma due cose buone la sua gestione le aveva prodotte: la riduzione delle squadre di B, e un mercato che si chiudeva prima della ripresa delle partite. Gravina come primo atto della sua presidenza ha cancellato il tutto. Oggi le squadre di Lega Pro non sanno quante promozioni ci saranno a fine stagione. E Piatek non sa con chi giocherà lunedì pomeriggio. Sa solo che dovrà trovarsi a Marassi verso le 13.30. Sul posto gli diranno poi in quale spogliatoi svestirsi.

Marco Bruttapasta