E meno male che è arrivato il meritato riposo perché il Napoli delle ultime 5 gare, oltre alla dimostrazione di carattere, ha mostrato di essere alla corda atleticamente ma soprattutto dal punto di vista mentale. La gara contro il Bologna, al di là del risultato, ha visto un Napoli con limiti evidenti atletici e anche tattici perché la squadra, non ce ne voglia Ancelotti, dopo l’iniziale entusiasmo non sembra in grado di interpretare al meglio un 4-4-2 che le dà solo maggiore copertura difensiva ma non sembra favorirla quando, secondo le intenzioni di Ancelotti, dovrebbe ripartire in velocità allungandosi in due, tre passaggi verso la porta avversaria.
Inzaghi, con il poco materiale a disposizione, ha vinto la partita tattica, anche se alla fine la differenza l’ha fatta la diversa caratura tecnica tra le due squadre. Senza Koulibly, anche Albiol ha sofferto moltissimo la pressione dei rossoblù soprattutto sulle palle inattive, laddove Maksimovic, pur senza errori determinanti, ha confermato le sue difficoltà in una difesa a quattro.
A centrocampo Zielinski ha ribadito i limiti noti che, a questo punto della carriera, sembrano geneticamente connaturati con una caratterialità che fa riflettere sulle reali possibilità di migliorare il rendimento soprattutto sotto il profilo della continuità. L’ingresso di Fabian Ruiz ha dato più fosforo e tranquillità alla manovra e lo spagnolo, unitamente ad un generoso Malcuit, l’unico difensore che cerca la profondità ed il cross come vuole Ancelotti, sembra davvero uno dei pochi giocatori che possono andare ancora a migliorare questo Napoli.
Questa, a mio sommesso avviso, è una squadra che va migliorata e che non “va a migliorare”. Spero che Ancelotti, al di là delle parole di circostanza che accompagnano i 44 punti alla fine del girone d’andata e che, sia chiaro, non sono pochi, parli con estrema franchezza al presidente per fargli capire cosa serve per vincere e, soprattutto, capire le reali intenzioni di un De Laurentiis che sembra assolutamente fregarsene di voler vedere un Napoli più competitivo e vicino alla Juventus.
Queste due settimane di riposo, non dimentichiamo che il 13 gennaio sarà Coppa Italia contro il Sassuolo, dovrebbe servire al tecnico per ripensare un modulo alternativo e più aderente al patrimonio di conoscenze della squadra e a ridarr sprint ed energie mentali all’intero gruppo. Il secondo posto non è certo disonorevole o poca cosa, ma la figura dell’eterno secondo alla lunga è da perdenti.
Dal mercato di gennaio non si attendono novità, visti i recuperi di Ghoulam, Younes, Verdi, Meret che sono recuperi importanti per questa squadra e del ritorno prima di Hamsik e in primavera di Chiriches, però è dal primo mese dell’anno che De Laurentiis e Ancelotti dovranno gettare le basi, certe, per un importante mercato estivo. Che non significa vendere i pezzi migliori se non in cambio di giocatori in grado di far compiere a questa squadra lo step finale per competere alla grande in Italia e in Europa. Buon anno a tutti!
Sergio Curcio
Osservatore della realtà, amante dello storytelling, del calcio inglese e della tattica. DS di AC Rivoluzione