Duvan Zapata è arrivato in Italia nel 2013, passando quasi inosservato vista la campagna acquisti del Napoli, la più sontuosa di tutta l’era De Laurentiis. Il colombiano, allora 22enne, fu strappato al Sassuolo. L’occhio di Benitez fu lungo, considerando che Zapata non aveva una buona vena realizzativa in Colombia. In Argentina le cose sono migliorate, ma il ragazzo non era un cecchino.

Il primo anno al Napoli è stato buono, con Zapata che era il vice Higuain. Stesso ruolo alla seconda stagione, con miglioramenti a livello tecnico. Il primo Zapata era un attaccante di peso, che spostava i centrali, ma era forte principalmente in area. Mano mano, l’ex Estudiantes è migliorato anche fuori dall’area. Non solo è diventato un attaccante bravo nelle sponde, ma è stato capace di autolanciarsi per poi andare a concludere o servire il pallone.

Potenza devastante

Il colpo di testa è la sua skill migliore, ma è un attaccante molto diverso da Cutrone. La struttura fisica del colombiano è molto più imponente, ma non ha quell’innato senso del gol del bomber del Milan. I gol di testa di Zapata difficilmente arrivano grazie a tagli sul primo palo, grazie alla capacità di “fiutare” la porta, ma nella stragrande maggioranza dei casi Duvan prende posizione e si coordina.

Questo gol contro la Juventus è uno dei tanti segnati di testa da Zapata che ricade in questa casistica. Il colombiano salta da fermo, il difensore bianconero non riesce a contenerlo, ma l’allora attaccante della Samp non si fa minimamente disturbare e deposita il pallone in rete.

Nel match contro il Napoli, abbiamo visto che l’unico che lo ha tenuto sul centro destra (Duvan partita da sinistra) era Maksimovic, saggiamente inserito da Ancelotti dal primo minuto proprio per fronteggiare Zapata. Albiol è un centrale potente, ma ha sofferto contro lo straripante vigore atletico del centravanti orobico. Maksimovic è meno forte di Albiol a livello di posizione, ma è più veloce, ed è riuscito a limitare i danni. Tutto questo fermo restando il fatto che Zapata ha messo in difficoltà anche il serbo.

Zapata è diventato un attaccante totale

Con il passare degli anni, Duvan ha acquisito grande consapevolezza dei propri mezzi, arrivando ad essere molto pericoloso palla al piede. Quando prende il pallone a campo aperto dà sempre l’idea di potersene andare in velocità. Il suo scatto, a dispetto della mole, è devastante. Il gol in coast-to-coast contro l’Udinese è diventato famoso, così come è stato celebre lo scatto a bruciare il velocissimo Manolas, con passaggio a Rigoni. Mostriamo invece questo video dell’uno contro uno con Skriniar.

I difensori temporeggiano spesso, proprio perché un tackle con Zapata è quasi sempre un mis-match. Nel 4-1 contro l’Inter il colombiano ha fatto il bello e il cattivo tempo. Qui lo si vede superare Skriniar, con un’accelerazione improvvisa che lascia sul posto lo slovacco.

Zapata non è mai stato naturalmente un giocatore lento, ma semplicemente era più sgraziato. Adesso sa inoltre quando accelerare e puntare gli avveri e sa dialogare con i compagni. Il colombiano ha poi consolidato la sua capacità oculo-podalica di trovare i compagni, diventando un punto di riferimento.

Ma allora? Cosa gli manca?

Abbiamo enucleato brevemente i tanti pregi di questo forte attaccante colombiano. Arriviamo al dunque? Qual è il motivo per cui Zapata non gioca in una big?

Il motivo principale risiede chiaramente nel numero di gol che garantisce. Solo alla Samp ha superato quota 10 gol in Serie A. Al Napoli ci sarebbe potuto riuscire, ma aveva davanti un certo Gonzalo Higuain. Gli azzurri poi creavano (e creano ancora) tantissime occasioni, che gli avrebbero consentito magari di segnare oltre 15 gol. Il punto è che in una squadra di vertice il contributo in zona gol come quello di Zapata non basta.

Sarebbe potuto diventare un bomber completo e devastante se una big (nel caso specifico il Napoli) avesse avuto la possibilità di puntare su di lui e aspettarlo. Si è poi puntato su Milik, elemento piuttosto diverso. Il polacco non ha lo scatto devastante di Zapata, ma ha una mira migliore.

Il “Panterone” colombiano ha comunque ancora 27 anni e in estate ne avrà 28. L’Atalanta ha investito tanto e deve ancora formalmente riscattarlo dalla Samp, ma in estate potrebbe esserci la fila. Un club importante che abbia determinate esigenze in attacco potrebbe puntare su Zapata. L’ideale sarebbe vederlo in un contesto di una squadra che crei molto e che abbia una seconda punta che garantisca tanti gol. Zapata non sarà mai un bomber da 25 gol, ma con il giusto assetto ha le potenzialità per segnare di più ed essere utilissimo anche in una big.

Come riserva in un top club, oppure come centravanti titolare in una squadra che sia un gradino sotto alle corazzate, Zapata ci starebbe benissimo. E i margini di miglioramento ci sono ancora…