Ieri Rino Gattuso si è espresso in questi termini su Patrick Cutrone: “Deve continuare a fare gol e migliorare a livello tecnico. Il veleno e il modo in cui si muove negli ultimi 16 metri sono da manuale”.
Patrick Cutrone è pertanto il classico centravanti d’area, ovvero un bomber vecchio stile e non il prototipo dell’attaccante moderno. Questa definizione non ha un’accezione negativa. Essere un bomber vecchio stile non è un difetto, ma semplicemente una caratteristica. Una caratteristica che non passa mai di moda. Nel calcio l’obiettivo è segnare gol e in questo Cutrone è maestro. In termini di senso del gol è già adesso il miglior attaccante italiano, essendo più cattivo e più “pitone” rispetto a Immobile, il quale è un centravanti diverso.
Le doti innate
Cutrone è un bomber che ha la caratteristica tipica dei più classici centravanti d’area, ovvero andare a tagliare sul primo palo al momento giusto. Appena arriva un cross, l’istinto del classico bomber è appunto quello di andare sul primo palo, non dando neanche il tempo al difensore di intuire in anticipo quello che potrebbe accadere. Istinto, ma anche abilità decisionale.
Nelle nostre disamine su molti calciatori mettiamo spesso in luce i problemi decisionali. Cutrone ha appunto “questo veleno da manuale” in area di rigore e non gli possiamo imputare nulla in tal senso. Le decisioni che prende in termini di movimenti sono praticamente sempre perfette e ogni cross ha il potenziale per essere pericoloso quando a riceverlo c’è un bomber come lui.
Il “fiuto” di Cutrone sta anche nel capire in anticipo il tipo di cross che effettuerà il terzino o l’esterno. Molti posizionamenti perfetti dell’attaccante di origini molisane sono arrivati proprio perché ha capito in anticipo, da dove era posto il corpo del crossatore al momento dell’esecuzione, che tipo di servizio avrebbe ricevuto. Cutrone percepisce quando un pallone arriva basso, alto, a mezza altezza, arretrato, avanzato, teso, lento, etc…
La differenza con gli attaccanti tecnici
Quando riceve un pallone, un attaccante tecnico di livello mondiale, prendendo ad esempio Mbappé, pensa subito al movimento da fare per controllarlo e tirare in coordinazione. Oppure anche per giocare questo pallone. Nello specifico, questa diversa tipologia di attaccanti predilige controllare il pallone, per poi coordinarsi grazie a doti tecniche elevatissime, e giocarlo verso un compagno o puntando la porta. Cutrone invece non fa movimenti per tenere il pallone, ma semplicemente per girarlo verso la porta, depositandolo alle spalle dei portieri avversari con un solo tocco.
I movimenti con il pallone e i difetti spalle alla porta
Cutrone difficilmente diventerà un grande attaccante spalle alla porta nel senso lato del termine. Ad ogni modo, come Pippo Inzaghi, ha segnato più di una rete controllando spalle alla porta, decentrandosi o accentrandosi e “fiutando” la posizione della porta stessa e del portiere. In questa skill ha il potenziale per migliorare ulteriormente, in modo da elevarsi al punto tale da entrare nel novero dei migliori attaccanti in circolazione.
Non sarà invece mai un attaccante “di sponda”, ovvero capace di far salire la squadra, fraseggiando con i compagni o fungendo da regista offensivo. In queste skill eccellono invece il Pipita Gonzalo Higuain e Zlatan Ibrahimovic, ovvero l’altro centravanti a disposizione di Gattuso e l’attaccante per il quale si attende solo l’ufficialità.
Pertanto, un modulo a due punte, con un attaccante altrettanto bravo a segnare (anche se non una vera “faina d’area” come Cutrone), ma più forte tecnicamente, potrà fare le fortune del Milan e dello stesso Cutrone.
Gattuso ha già optato per le due punte, ma i tanti infortuni e le tipologie diverse di match gli hanno impedito di mandare questo sistema a regime, fermo restando che le due punte potranno essere il caposaldo del gioco del Milan. E Cutrone ha dimostrato di andare a nozze con Higuain…
Vincenzo Di Maso

Osservatore della realtà, amante dello storytelling, del calcio inglese e della tattica. DS di AC Rivoluzione