Juan Marcos Foyth nasce il 12 gennaio 1998 a La Plata, città argentina che deve il proprio nome all’omonimo fiume da cui dista meno di quindici chilometri.
Rio de La Plata, da sempre luogo di incontro e talvolta scontro fra civiltà, di commercio, cultura e da più di 140 anni inevitabilmente di Fútbol (volontariamente scritto con la “F” maiuscola).
Sulle sponde del “Fiume dell’argento” il movimento calcistico sudamericano ha mosso i primi passi, consegnando poi al gioco alcune delle figure, delle squadre, delle rivalità che ne hanno scritto e spesso cambiato la storia.

In una terra che vive e pulsa per il Fútbol è raro che passi inosservato un giovane promettente, ed infatti nel 2009 Juan entra a far parte del florido settore giovanile dell’Estudiantes, nel quale nei primi anni viene impiegato come trequartista a causa dell’ottima visione di gioco, e dell’educato piede destro, salvo poi vedersi arretrare il raggio d’azione per poterne sfruttare l’impressionante fisicità e altezza (187 cm).

Con i Los Pincharratas cresce sia tecnicamente che caratterialmente, facendosi notare e apprezzare dagli addetti ai lavori sin dall’esordio fra i professionisti avvenuto il 19/03/17, bastano poche partite al centrale difensivo infatti (6 in Primera Division 2 Copa Sudamericana) per attirare su di sé le mire di alcuni top club europei, fra cui la Roma del neo DS Monchi e il Tottenham allenato da Pochettino.
Sono proprio gli Spurs ad aggiudicarsi per 8 milioni di sterline le prestazioni di Foyth il 30/08/17, cedendo alle insistenti richieste del manager argentino, convinto di aver scovato nel Rio de la Plata l’ennesimo diamante da raffinare.

L’inserimento del giovane platense nel calcio inglese è stato graduale e ragionato, Pochettino gli ha infatti concesso nella stagione ‘17/‘18 solo otto apparizioni (5 in FA Cup, 2 in Carabao Cup, 1 in Champions League) non forzando quindi i tempi, permettendogli di apprendere e metabolizzare ritmi e schemi.
Malgrado lo scarso minutaggio Foyth nel corso del 2017 è diventato un punto fisso della nazionale Argentina Under 20 con la quale ha disputato con alterne fortune 12 partite partecipando al campionato sudamericano e al mondiale di categoria, gettando le basi per l’esordio con l’Albiceleste avvenuto qualche giorno fa nel 2-0 casalingo contro il Messico, risultando nel ruolo di terzo uomo in una difesa a tre, il migliore in campo dei suoi.

Anche al Tottenham l’argentino ha scalato le gerarchie, grazie all’infortunio del compagno di reparto e titolare designato Vertonghen, scendendo in campo nell’undici iniziale nelle ultime tre uscite dei suoi in Premier League.
Nei primi 270 minuti giocati da Foyth, coincisi con tre vittorie del Tottenham (7 goal segnati 3 subiti), sono emerse tanto le sue gigantesche potenzialità quanto gli attuali e sicuramente migliorabili limiti; l’argentino risulta infatti un interessante seppur grezzo connubio fra il classico centrale di difesa, abile in marcatura, negli anticipi e nella lettura delle situazioni di pericolo e il prototipo di difensore moderno, a cui potersi affidare per la costruzione della manovra dal basso.

Impiegabile indifferente come centrale in una difesa a due o a tre, Foyth predilige agire nel settore destro del campo.

L’argentino anche in grado di avanzare palla al piede con grande eleganza malgrado la stazza, ma soprattutto di servire frequentemente e in modo preciso i compagni di squadra, completa infatti 57 passaggi a partita (terzo nel Tottenham) con una precisione dell’87% (quinto fra i suoi), passaggi quasi mai scontati: infatti solo il 9,9% risultano essere retropassaggi.


Interessanti risultano essere anche i dati relativi alla fase offensiva, nella metà campo avversaria dimostra grande sicurezza, completa l’80% dei passaggi tentati, risultando anche pericoloso sulle palle inattive, ha già siglato il gol vittoria contro il Crystal Palace con un colpo di testa sotto misura.


Tanto lampanti quanto le qualità sono però emersi anche i limiti soprattutto a livello di concentrazione del centrale, tutte e tre le ultime reti subite dagli Spurs sono infatti originate da errori singoli di Juan, contro il Wolverhampton concedendo due calci di rigore fotocopia sul risultato di 0-3 ha permesso ai Wolves di riaprire il match, così come contro il Chelsea perdendo le distanze da Giroud ha permesso ai Blues di sperare nella rimonta.
Fortunatamente le sviste sopracitate non hanno comportato la perdita di punti da parte del Tottenham, ma ciò non è bastato a risparmiargli le critiche, in particolare di Ian Wright, critiche comprensibili ma forse esagerate alla luce di quanto di buono Foyth ha comunque dimostrato anche in fase difensiva, intercetta 1,5 palloni a partita ed effettua 2 contrasti ogni ‘90.

Sta ora a Pochettino plasmare psicologicamente il giovane connazionale, limandone i difetti e puntando anche sull’aiuto dei più esperti compagni di reparto, per far crescere Foyth, senza troppe pressioni ma con le giuste responsabilità, nella speranza che il Rio de la Plata ci abbia regalato un nuovo gioiello.

Nicoló Palmiotta