Fabio Quagliarella è un attaccante la cui ascesa a certi livelli è stata stroncata da quel grave infortunio al primo anno alla Juventus.

Quando il Napoli prese Cavani, cedendo Quagliarella alla Juventus, gli stessi tifosi napoletani ammettevano che avevano dato il benvenuto a un campione ma avevano perso un altro campione. La seconda parte del 2010, ovvero i primi mesi in bianconero, furono straordinari. Quagliarella era oramai proiettato a diventare un punto fermo in nazionale. Quell’infortunio ha interrotto il suo percorso di avvicinamento a un livello mondiale, ma con spirito di sacrificio e abnegazione il buon Fabio è riuscito comunque ad avere una seconda parte di carriera quantomeno egregia.

Il suo limite è prettamente anagrafico, visto che in Serie A ben pochi attaccanti sono ai suoi livelli. Ma il fatto che molti club importanti non puntino su Quagliarella ha paradossalmente fatto le fortune della Sampdoria, la quale può godersi e tenersi stretto un attaccante di primo livello.

Nella scorsa stagione Quagliarella ha messo a segno ben 19 gol in campionato, mentre quest’anno, fermo restando la buona media gol, si sta confermando come un elemento influente in squadra e in rosa. Punto di riferimento oggettivo per l’attacco. E la sua capacità podalica di dialogare con i compagni lo fa sponsorizzare per un suo impiego in nazionale.

Passiamo in rassegna i motivi per cui Mancini dovrebbe fare un’eccezione alla giusta linea intrapresa sull’età dei calciatori in nazionale.

È pur vero che Quagliarella avrà 37 anni abbondanti a Euro 2020, ma allo stato attuale è un giocatore assolutamente integro. Il motivo principale che dovrebbe spingere Mancini a dargli delle chance è che finora nessuna punta si è trovata a suo agio con il tipo di gioco del tecnico. Quagliarella è appunto abilissimo a dialogare con i compagni e a trovare il gol in diversi contesti. È bravo nel tiro da fuori, è forte in acrobazia, sa tirare di diagonale, sa anticipare l’avversario di testa e ha i giusti movimenti.

 

Vincenzo Di Maso