Maurizio Sarri è arrivato in Premier ad agosto, a coronamento di tre stagioni fantastiche con il Napoli, arrivando a giocarsi il titolo contro la Juventus nettamente favorita e oggettivamente più forte.

Questo gli è valso l’approdo in Premier League al Chelsea, squadra arrivata al quinto posto l’anno precedente e con necessità di cambiare alcuni calciatori e tipo di gioco. Gli inizi sono stati eccellenti e per tanto tempo si è parlato delle zero sconfitte in campionato da parte dei Blues. Questo aveva consentito a Sarri di stare vicino anche a una corazzata devastante come il Manchester City di Guardiola, squadra che ha iniziato il progetto due stagioni prima e che ogni anno aggiunge dei campioni.

Sarri ha puntato su Jorginho, elemento bistrattato a Napoli fino a tre anni fa, accontentandosi poi di avere la rosa dell’anno precedente a disposizione, con pochissime modifiche.

Ieri il Tottenham ha overperformato per i livelli di questa stagione, tornando a disputare una gara sulla scia delle migliori della precedente annata. Gli Spurs erano in stato di grazia e sono tornati molto meglio dalla sosta. E la sosta è un terno a lotto. La stessa Juve ha ottenuto solo il 50% di vittorie in Serie A nel match dopo le ultime sei soste. Una sconfitta contro il Tottenham (vittorioso contro i Blues anche lo scorso anno) ci può tranquillamente stare. Ogni commento di critica accesa è delirante. Sarri non è stato certo preso per vincere il titolo al primo colpo, data anche la differenza di stato del progetto e di soldi investiti. Una qualificazione in Champions (fallita lo scorso anno dai Blues) e una Europa League da protagonista sono obiettivi plausibili e realistici.

Quello che proprio non va è che ad attaccare Sarri ci sono sfilze di napoletani, la stessa gente che ad agosto affermava che Ancelotti aveva accettato l’offerta di De Laurentiis per prendersi la pensione. Salvo poi cambiare totalmente idea e disconoscere il tecnico che aveva fatto lottare il Napoli contro un avversario mostruoso, arrivato due volte in finale di Champions in questi anni.

In questa Serie A nessun tecnico al mondo avrebbe potuto vincere. E non è detto che neanche un Guardiola avrebbe superato i 90 punti.

Infine, un osservatore attento e non un cialtrone capisce che il Sarri del Napoli non era certo solo bel gioco, ma era diventato un tecnico anche molto pragmatico e che aveva come obiettivo principale quello di garantire e preservare gli equilibri tattici.

E ovviamente Ancelotti, adesso osannato e prima criticato da molti napoletani, ha sempre difeso e riconosciuto l’operato del suo predecessore. Ancelotti che non è certo una persona ipocrita…