Il calcio italiano vuole rimanere indietro

Il fenomeno dei cori discriminatori contro i napoletani è una piaga che ritorna puntualmente in ogni partita nella maggior parte degli stadi, soprattutto quelli settentrionali, e che purtroppo non riesce a far andare avanti il calcio Italiano, che oggi più che mai avrebbe bisogno di lasciarsi alle spalle vecchi pregiudizi e stupidi atteggiamenti beceri

Alcune frasi più ricorrenti negli stadi italiani

La rivalità non va eliminata perché fa comunque parte del calcio, nemmeno negli altri paesi vanno tutti d’accordo, ma almeno si potrebbe dare un segnale forte iniziando a prendere dei provvedimenti seri contro quei gruppi di tifosi che con la loro arretratezza rovinano intere tifoserie.

Una soluzione potrebbe essere il pugno duro adottato dall’Inghilterra contro il fenomeno degli Hooligans, la cui fine ha portato il paese della Premier League ad essere un modello per la correttezza sugli spalti. Di provvedimenti aveva parlato pochi giorni fa proprio l’allenatore della squadra partenopea, Carlo Ancelotti, che chiedeva a gran voce l’utilizzo pratico del regolamento, dove è testualmente scritto che l’arbitro ha il diritto e soprattutto il dovere di sospendere le partite in caso di cori discriminatori.

Le parole di Carletto però non sembrano essere state ascoltate con grande attenzione, dato che nella stessa giornata sia a Torino che ad Udine si sono sentiti chiaramente i soliti cori “Napoli usa il sapone” o l’altro classico “Vesuvio lavali col fuoco”.Il doppio episodio però per una volta non è passato inosservato, poiché il neo presidente della Figc Gravina è intervenuto per ribadire l’esigenza di far rispettare il regolamento e soprattutto la necessità di intensificare i programmi educativi che coinvolgono i tifosi.

Gabriele Gravina, da poco eletto presidente della FIGC

Dichiarazioni di circostanza o Gravina crede realmente che si possa fare un passo in avanti sulla questione? Questo non lo possiamo sapere, ma in ogni caso è comunque arrivato il momento di passare dalle parole ai fatti, perché da questo punto passa il futuro sia del Paese che del calcio italiano, che se vuole realmente mettersi alla pari con gli altri paesi europei dovrebbe eliminare definitivamente queste mele marce dagli stadi.

 

Gianluca Imparato.