Fino a qualche anno fa la città di Manchester aveva un padrone indiscusso a livello calcistico: Lo United.
Oggi possiamo dire che i Citizens sono riusciti a invertire questa tendenza raggiungendo una forza che in passato sembrava inimmaginabile.
I cambiamenti spesso sono necessari e per avere i giocatori giusti servono i soldi, soprattutto nel calcio moderno.
I soldi hanno invertito la rotta
Non serve scavare troppo in profondità negli annali della storia per fare osservazioni sul livello del City prima dell’avvento degli sceicchi: possiamo semplicemente affermare che era una società con poca storia. Nel 2008, un gruppo di ricchissimi arabi provenienti dagli Emirati Arabi Uniti ha deciso di investire su una squadra di calcio britannica. Hanno scelto il City per il suo potenziale e hanno provveduto all’acquisto per circa 200 milioni di euro.
Il primo compito dei nuovi proprietari era quello di riuscire ad acquistare calciatori importanti prima del deadline day. Riuscirono ad accaparrarsi Robinho, inaugurando un’era di spese senza precedenti. Da allora, la società ha attirato molti dei migliori talenti di tutto il mondo.
Per questi motivi lo sceicco Mansour che ha acquistato il Manchester City ormai da un decennio ha cambiato la storia di questo club.
Certo, all’inizio le cose non sono state semplici e i soldi non venivano certo utilizzati in modo adeguato, tanto è che il nuovo proprietario non ci ha messo molto a guadagnarsi il nome di “Sceicco Sciocco”.
Forse avrebbe dovuto ricordarsi la frase “Roma non fu costruita in un giorno” prima di cominciare ad acquistare all’impazzata (ricordiamo l’acquisto di Robinho per 30 milioni di sterline che diventò l’acquisto più costoso della Premier).
Col tempo tuttavia il City cominciò ad acquistare un numero sempre maggiore di grandi talenti coadiuvati dalla scelta di un manager capace di allenarli e gestirli al meglio. Roberto Mancini infatti si trovò ad allenare giocatori come Agüero, Tevez, Balotelli, Silva e tanti altri riuscendo a trovare la conferma definitiva al progetto strappando il campionato proprio allo United con un gol all’ultimo minuto del Kun nel 2012.
Il coronamento di una rinascita e un titolo che mancava da 44 anni.
Il funzionamento di questo nuovo impero calcistico
Apparve sin da subito che gli sceicchi emiratini avevano piani molto più grandi per il club rispetto alla semplice vittoria della Premier. Alla fine, Man City è stato acquistato con l’intento di creare un’intera nuova dinastia calcistica, nonché in grado di eguagliare la gamma già impressionante di attività del Gruppo Abu Dhabi.
Lo sceicco Mansour, il principale proprietario, creò una società madre chiamata City Football Group (CFG) per monitorare tutti gli interessi calcistici. La sua funzione ufficiale consisteva, e consiste tuttora, nel “creare e amministrare una rete di club controllati e altre operazioni calcistiche”. La famiglia araba ha iniziato ad acquistare club da tutto il mondo sotto l’egida del Manchester City.
Il 2013 ha visto la nascita del New York City FC, mentre nel 2014 sono nati Melbourne City e Yokohama F Marinos. Tutto questo è stato seguito da vari altre partnership con società calcistiche. Espanyol, Sporting Lisbona e Ghana FA, ad esempio, hanno tutti un rapporto “speciale” con City: l’obiettivo ufficiale alla base di questa partnership è “condividere le risorse, nonché effettuare networking per i settori giovanili”. Le società calcistiche di questo gruppo hanno già fatto polemiche a causa dei prestiti, come quando Frank Lampard ha saltato l’inizio della stagione della MLS per giocare con il Manchester City invece che con i New York City FC.
Qualche miliardo dopo il progetto è stato affidato ad un certo Pep Guardiola.
Acquisti su misura e tutte le richieste soddisfatte. L’ex Barcellona chiede che la difesa sia totalmente rifatta e che venga comprato un portiere dai piedi buoni, necessario per il suo gioco, e viene subito accontentato e in poco tempo costruisce una macchina che in Inghilterra non conosce rivali. Riesce per la prima volta a creare un divario netto tra prima ed inseguitrici mia riscontrato nella storia della Premier proponendo un calcio come al solito spettacolare e di grandissima qualità e segnando il record di punti nella storia della competizione.
Il coinvolgimento della Cina
L’accordo con la Cina, avvenuto recentemente, è stato stipulato in primis con China Media Capital (CMC) – una società di investimento – che ha pagato ben 400 milioni di sterline per il 13% di CFG (dal valore di 2 miliardi di euro). La Cina sta anche cercando di migliorare la qualità dei propri calciatori, vedendo la sua mancanza di successo nel calcio come un motivo di imbarazzo per la nazione. Attualmente i cinesi stanno cercando club come il Manchester City per i loro settori giovanili e i loro calciatori. Tutto questo si colloca nell’ambito dell’imponente progetto di promozione del calcio in Cina portato avanti dal presidente Xi Jinping.
Non è da escludere che ben presto un Beijing City o un Shanghai City saranno i prossimi club sotto l’egida del Manchester City. Mentre sia Cina che Emirati stanno traendo grossi benefici da questo accordo, questo movimento è fruttuoso anche dal punto di vista del mercato inglese.
Il momento attuale
L’impero costruito in Inghilterra sembra attualmente inarrestabile e anche quest’anno, nonostante il Liverpool e il Chelsea siano in grande spolvero, sembra difficile che i Citizens non vincano con margine il campionato.
Non tutte le squadre hanno una grande storia e una tradizione e quello attuale è di certo il momento più grande della storia del Manchester City.
I club nuovi e anche quelli più ricchi spesso hanno bisogno di tempo, ogni progetto deve seguire una strada.
È doveroso ricordare però agli uomini di Guardiola, che a breve avranno occhi solo per la Champions League, che non tutto ha un prezzo…
Il futuro è florido, il futuro è “Blue”
Per gli inglesi, fan irriducibili ancorati a un modo di vedere il calcio “rustico” tutto britannico, questo processo di costruzione dell’impero potrebbe sembrare in totale contrasto con quello che dovrebbe essere il calcio. Le squadre locali dovrebbero rappresentare l’area locale, altrimenti per cosa e chi si fa il tifo? Ma dal momento che il mondo del calcio inizia ad avere una visione più globale, sembra che queste concezioni radicate da oltre un secolo potrebbero presto sparire, con club importanti come Manchester City a guidare questo cambiamento.
La città di Manchester continuerà a piantare bandiere dei Citizens nel maggior numero possibile di nazioni. Questo movimento così veloce inizierà presto a preoccupare i team concorrenti. Potremmo vedere un futuro “Gold Rush” (o “Goal Rush”) per gli appassionati di calcio: una corsa all’oro, o anche corsa al gol. Una vera e propria commistione tra città, ma per arrivare a parlare di “gemellaggi” calcistici autentici ce ne corre…
Alessio Maria Giannitti
Osservatore della realtà, amante dello storytelling, del calcio inglese e della tattica. DS di AC Rivoluzione